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Capolavoro d'introspezione e ironia, documento traboccante di aneddoti e caricature dall'aroma gradevolmente aspro, il diario di Jules Renard è dotato di un carattere che in prima battuta non salta all'occhio: alcuni dei suoi pensieri quotidiani assumono involontariamente la forma dell'aforisma, della massima salace, dell'analogia visiva. E poiché la bellezza di un aforisma aumenta se alla sua radice agisce uno spirito pungente e malizioso, quelli di Renard hanno le carte in regola: riescono a esprimere una forma di mentalità anarchica e solitaria che suona come atto di accusa verso l'insulsaggine della modernità.